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1.
€ 34,00
EAN-13: 9788820408152
Paolo Zaninetta
Il potere raffigurato. Simbolo, mito e propaganda nell'ascesa della signoria viscontea
Edizione:Franco Angeli, 2013
Collana:Storia politica e diplomatica

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Prezzo di acquisto€ 34,00
DescrizioneDopo quindici anni di lotta, nel 1277 l'arcivescovo Ottone Visconti riuscì sorprendentemente a diventare signore della città  di Milano, spodestando la famiglia della Torre. Allo scopo di rafforzare il pericolante potere nuovo , nei decenni seguenti i Visconti scelsero di adottare un linguaggio allegorico complesso per rappresentare e diffondere posizioni politiche e ideologiche all'interno e al di fuori del milanese. Tale opera, di per sé piuttosto articolata, fu declinata dall'anonimo ma attivissimo entourage visconteo tra il crepuscolo dell'età  comunale e gli albori del tempo delle signorie, in primo luogo divulgando per imagines o per litteras messaggi che è possibile ricomporre almeno nei tratti essenziali. Le due maggiori ideazioni propagandistiche della prima signoria viscontea sono oggi rappresentate dal ciclo del Trionfo di Ottone Visconti della rocca di Angera - nel quale si narra incomparabilmente la presa del potere da parte dell'arcivescovo, fondatore della dominazione familiare - e dal misterioso emblema dinastico del biscione . Tali espressioni, in ragione della ricca molteplicità  dei piani semantici che informano ciascuna di esse - sempre più evanescenti ed ingannevoli, con il passare del tempo - sono state avvicinate dall'autore misurando, una accanto all'altra, più di una disciplina storica. Ciò nel tentativo di ricomporre i minuti frammenti di un'esile benché antica e preziosa storia del pensiero simbolico disseminati in esse. Paolo Zaninetta dopo aver condotto gli studi universitari presso la sede bresciana dell'Università  Cattolica del Sacro Cuore e l'Università  Ca' Foscari di Venezia, ha conseguito il titolo di dottore di ricerca in Scienze storiche, filologiche e letterarie dell'Europa e del Mediterraneo presso la sede milanese dell'Università  Cattolica del Sacro Cuore.

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2.
€ 42,00
EAN-13: 9788820407186
Stefano Di Berardo
La poesia dell'azione. Vita e morte di Carlo Tresca
Edizione:Franco Angeli, 2013
Collana:Storia politica e diplomatica

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Prezzo di acquisto€ 42,00
DescrizioneLa figura e l'opera di Carlo Tresca rientrano a pieno titolo nella storia politica e sociale del Novecento, precisamente quel Novecento segnato dal rilevante fenomeno dell'emigrazione europea negli Stati Uniti d'America; un'emigrazione destinata a imprimere, specialmente nei primi tre decenni del secolo, notevoli risvolti sovversivi alle rivendicazioni sindacali della classe lavoratrice statunitense. Siamo in presenza di un periodo importante della storia americana così come essa si sviluppa "dal basso", dato che si intreccia con quella eterogenea dei lavoratori di molte nazionalità : tedeschi, polacchi, francesi, irlandesi, italiani, spagnoli, portoghesi, sudamericani. Si tratta, cioè, di uno spaccato significativo della sedimentazione etnica, culturale e antropologica della vita di una buona parte degli States. Tresca testimonia come la sua esistenza non sia disgiungibile dal suo tempo: il tempo di una lotta rivoluzionaria senza esclusione di colpi contro il potere costituito in qualunque modo questo si presenti e si declini. Il percorso biografico di Tresca ci è ora restituito da quest'ampia indagine bibliografica e archivistica di Stefano di Berardo, Poesia dell'azione, che pone giustamente l'accento sull'attività  rivoluzionaria vista quale tratto fondamentale della vita dell'anarchico abruzzese. Si tratta di una biografia a "tutto tondo" che, attraverso la minuziosa ricostruzione dei diversi passaggi, a volte assai accidentati e complessi, dell'azione sovversiva, intende ripercorrere l'intero tragitto di Tresca, dalla nascita alla morte seguendo anche le sue vicende personali. (Dalla Prefazione di Giampietro Berti.) Stefano Di Berardo, nato a Pescina (L'Aquila) nel 1984, si è laureato in Scienze politiche e Relazioni internazionali presso l'Università  degli Studi di Padova. Tra i fondatori dell'associazione culturale "Giro di Vento", che da anni collabora con Amref per la costruzione di pozzi d'acqua in Africa e si occupa della sensibilizzazione della cittadinanza su temi come i diritti umani e l'Aids, collabora con la rivista settimanale Zac7, settimanale del centro Abruzzo.

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3.
€ 52,00
EAN-13: 9788820421519
Giovanni Murgia
Europa e Mediterraneo. Politica, istituzioni, società . Studi e ricerche in onore di Bruno Anatra
Edizione:Franco Angeli, 2013
Collana:Storia politica e diplomatica

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Prezzo di acquisto€ 52,00
DescrizioneIl volume che amici e colleghi hanno voluto dedicare a Bruno Anatra raccoglie saggi e ricerche che approfondiscono due dei principali filoni del suo percorso di studi: l'Europa e il Mediterraneo. In linea con le proposte storiografiche emerse dalla sua lunga carriera, caratterizzate dalla capacità  di stimolare iniziative e dibattiti, di non farsi condizionare da preclusioni politiche ed ideologiche, di accettare e utilizzare con curiosità  innovativi paradigmi metodologici in un permanente confronto fra ricerca storica e impegno civile, la raccolta pone al centro della riflessione l'Italia, la Spagna, l'Europa delineando scenari di ampio respiro. I contributi inseriti nel volume, da quelli sul governo degli Asburgo in area spagnola e austriaca, ai saggi sul ruolo e sull'identità  della nobiltà  e delle oligarchie civiche, sugli ordini cavallereschi, sulle istituzioni politiche e amministrative presentano forti tratti di originalità . Al fine di ricostruire il vasto e frastagliato scenario storico europeo, le realtà  territoriali vengono infatti utilizzate dagli autori come privilegiati punti di osservazione per analizzare e comparare, nelle sue mille sfaccettature, il vasto spazio comune che va dal Mediterraneo all'Atlantico. Giovanni Murgia, è professore associato di Storia moderna all'Università  di Cagliari. Tra le sue numerose pubblicazioni, comparse anche su riviste nazionali ed internazionali, si segnalano alcuni saggi: Comunità  e Baroni. La Sardegna spagnola (secc. XV-XVII), Roma 2000; Il Parlamento del viceré Fabrizio Doria duca d'Avellano (1641-1643), voll. I-III, Cagliari 2006; Un'isola, la sua storia. La Sardegna, tra Aragona e Spagna (secoli XIV-XVII), Dolianova 2012. Gianfranco Tore, è professore associato di Storia moderna all'Università  di Cagliari. Tra i suoi lavori più significativi si segnalano La Sardegna di Filippo IV, Milano 1995; Il Parlamento del viceré Gerolamo Pimentel marchese di Bayona e Gaspare Prieto presidente del Regno (1631-1632), Cagliari 2007, voll. I-II; Spagna e Italia in Età  moderna. Storiografie a confronto (secoli XVI-XVIII). Atti del Convegno di Studi, a cura di F. Chacón, G. Murgia, G. Tore, M. A. Visceglia, Roma 2009.

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4.
€ 34,00
EAN-13: 9788820422622
Tito Forcellese
L'Italia e i Giochi Olimpici. Un secolo di candidature: politica, istituzioni e diplomazia sportiva
Edizione:Franco Angeli, 2013
Collana:Storia politica e diplomatica

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DescrizioneRoma 2020 ha messo in luce le complesse dinamiche politiche e diplomatiche che ruotano attorno alle istituzioni sportive internazionali. Per la prima volta il volume ricostruisce la storia delle candidature italiane alle Olimpiadi, utilizzando molteplici fonti, tra cui i documenti inediti dell'Ioc a Losanna. Le candidature abbracciano un arco di tempo di oltre un secolo (1908-2012), toccando momenti della storia nazionale tra loro diversi, talora cruciali. L'età  liberale registrò tentativi maldestri e infruttuosi, tanto che il progetto del barone de Coubertin, quello di tenere a Roma i Giochi del 1908, non si realizzò. Nel primo dopoguerra, a fronte di un elevato impegno del fascismo a favore dello sport nella prospettiva dell'adesione di massa degli italiani al regime, Mussolini preferì cedere a Tokio l'ospitalità  dei Giochi del 1940, poi cancellati a causa della seconda guerra mondiale. Gli anni della democrazia repubblicana, infine, furono caratterizzati dall'opera ricostruttiva della dirigenza politica e sportiva, che culminò con l'assegnazione dei Giochi invernali a Cortina d'Ampezzo (1956) e di quelli estivi a Roma (1960). Da questo originale angolo prospettico, in cui la città  di Roma costituisce sempre il punto catalizzatore delle dinamiche politiche nazionali, si possono osservare alcune figure rappresentative della dirigenza sportiva italiana, capaci di intessere fruttuose reti diplomatiche e di ottenere credibilità  nel contesto olimpico internazionale. La secolare vicenda delle candidature olimpiche fa emergere questa complessa relazione tra le aspirazioni non sempre universali di Roma capitale e le pulsioni particolaristiche presenti nel giovane stato italiano, ciclicamente alle prese con la ricerca di assetti condivisi. Tito Forcellese è ricercatore in Storia delle istituzioni politiche presso la Facoltà  di Scienze Politiche dell'Università  degli Studi di Teramo. Si occupa di storia della rappresentanza parlamentare, di storia elettorale e delle relazioni tra mondo cattolico e democrazia cristiana. Di recente ha pubblicato Pietro De Dominicis: amministrazione e politica nell'Abruzzo democristiano 1944-1990 (Rubbettino, 2008).

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5.
€ 22,00
EAN-13: 9788820421779
Irma Taddia
Etiopia 1800-1900. Le strategie del potere tra l'Africa e l'Italia
Edizione:Franco Angeli, 2013
Collana:Storia politica e diplomatica

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DescrizioneMentre l'Africa veniva divisa fra le potenze europee alla Conferenza di Berlino (1884-1885), la monarchia salomonica etiopica espandeva il proprio potere politico-religioso su altri territori del Corno d'Africa e al tempo stesso veniva colonizzata dall'Italia. La vittoria dell'Imperatore Menilek II contro gli italiani (Adwa1896) è il momento culminante di un'espansione territoriale che tuttavia non rimette in discussione la colonia dell'Eritrea (gennaio 1890) al "confine nord". L'Autrice analizza un processo istituzionale complesso che vede contrapposti numerosi poteri nobiliari nelle regioni del Tegray, Säwa, Amhara. Attraverso molteplici fonti, etiopiche ed europee, viene ricostruita una fase importante della realizzazione della "più grande Etiopia" e della negoziazione con l'Italia, criticata dai primi intellettuali indipendenti dal potere. Politica e religione sono le principali componenti della stabilità  della monarchia etiopica e la regione dello Säwa emerge agli inizi del 1900 come protagonista indiscussa. L'Etiopia ristabilisce la centralità  dello Stato, dopo la difficile successione a Menilek, nel 1930 con l'ultimo e più potente imperatore Haylä ´Sellase, prima del collasso nel 1974 di uno dei più antichi imperi della storia mondiale. Irma Taddia è docente di Storia moderna e contemporanea dell'Africa all'Università  di Bologna.

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6.
€ 48,00
EAN-13: 9788846463401
Francesco Codello
La buona educazione. Esperienze libertarie e teorie anarchiche in Europa da Godwin a Neill
Edizione:Franco Angeli, 2013
Collana:Storia politica e diplomatica

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DescrizioneQuest'opera presenta una teoria pedagogica e un movimento educativo pressoché sconosciuti al grande pubblico. Pensiero anarchico e pratiche educative libertarie, invece, non solo sono esistite nel passato, ma rappresentano ancora oggi una realtà  che, pur non molto diffusa, costituisce un importante contributo al processo di emancipazione umana. Originalità  e specificità , innovazione vera e intuizioni anticipatrici vengono qui illustrate, analizzate e collocate in una dimensione storica che muove dalla fine del 1700 e si snoda fino alla prima metà  del 1900, interessando diversi paesi europei. La "pedagogia" libertaria emerge, di volta in volta, in pensatori ed educatori, che sono quasi sempre inseriti in un movimento rivoluzionario, protagonista di straordinari eventi storici: dalla Prima Internazionale alla Comune di Parigi, dalla nascita e dallo sviluppo delle organizzazioni anarcosindacaliste alle grandi mobilitazioni di massa nei diversi paesi europei, dalla rivoluzione russa a quella spagnola del 1936-1939, dagli anni travagliati del primo conflitto mondiale a quelli che precedono la nascita di fascismo e nazismo. In questo quadro l'educazione assume per i libertari un'importanza decisiva soprattutto attraverso iniziative di istruzione popolare e di educazione rivoluzionaria, tendenti alla formazione di un nuovo modello di uomo. Allo stesso tempo la critica lucida e pertinente dei vari sistemi scolastici non trascura e non risolve l'impegno di questi educatori i quali, spesso, realizzano concretamente illuminanti esperienze educative alternative. Questo filone educazionista del movimento anarchico e libertario di derivazione illuministico-individualistica e/o socialista, nel sottolineare sia la centralità  dell'individuo e della sua diversità , sia il ruolo fondamentale del collettivo nel processo formativo, concorre a delineare una straordinaria azione e un pensiero originale che ha ancora molto da insegnare. Francesco Codello , dirigente scolastico di Treviso, da anni impegnato nella ricerca storico-educativa, è autore di numerosi articoli e saggi apparsi su diverse riviste, animatore dell'IDEN (International Democratic Education Network) in Italia e redattore della rivista "Libertaria". Ha pubblicato anche il volume: Educazione e anarchismo. L'idea educativa nel movimento anarchico italiano (1900-1926) , Ferrara, 1995.

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7.
€ 44,00
EAN-13: 9788820421847
Daniele Pasquinucci
Uniti dal voto? Storia delle elezioni europee 1948-2009
Edizione:Franco Angeli, 2013
Collana:Storia politica e diplomatica

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Descrizione"Fare l'Europa" è stato, e rimane, un obiettivo tanto ambizioso quanto complicato. La storia delle elezioni europee ne è una dimostrazione. I vari progetti di suffragio diretto di un'assemblea europea, susseguitisi dal 1948, implicavano l'impegno a conferire una dimensione "sovranazionale", e perciò inedita, ai principi della rappresentanza politica e al concetto di cittadinanza; ponevano il problema dei confini dell'Europa unita, dovendosi stabilire la collocazione dei territori d'oltremare nella geografia elettorale comunitaria; consacravano il peso relativo delle varie istituzioni europee e il loro rapporto con quelle nazionali. All'elezione diretta si chiedeva anche di modellare l'identità  politico-ideologica della Comunità , ad esempio sancendo l'inclusione o l'estromissione dal Parlamento europeo delle forze politiche critiche verso il processo di integrazione. In breve, il "voto europeo" è stato uno dei terreni su cui si sono misurati i vari disegni di organizzazione del comune spazio politico-economico che si è andato formando nel secondo dopoguerra. Le elezioni europee, indette a partire dal 1979, sono quindi l'esito di una vicenda complessa, la cui conoscenza pone, tra l'altro, i presupposti per una discussione critica della tesi che le derubrica a mero epifenomeno delle dinamiche politiche nazionali. Daniele Pasquinucci è professore associato di Storia contemporanea nel Dipartimento di Scienze sociali, politiche e cognitive dell'Università  di Siena. Dal 2007 al 2012 è stato Segretario generale dell'Associazione universitaria di Studi europei. Tra le sue pubblicazioni più recenti si segnalano le curatele, con Daniela Preda, dei volumi The Road Europe Travelled Along. The Evolution of the EEC/EU Institutions and Policies (Bruxelles, PIE Peter Lang, 2010) e Consensus and European Integration. An Historical Perspective (Bruxelles, PIE Peter Lang, 2012). Sta completando una monografia sulla storia della critica alle Comunità  europee.

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8.
€ 33,00
EAN-13: 9788820492014
Giuseppe Carlo Marino
La repubblica della forza. Mario Scelba e le passioni del suo tempo
Edizione:Franco Angeli, 2013
Collana:Storia politica e diplomatica

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Prezzo di acquisto€ 33,00
DescrizioneSe oggi è possibile intitolare alla forza la memoria dei più drammatici anni vissuti dall'Italia durante la "guerra fredda", il ben poco amabile merito spetta soprattutto al "ministro di polizia" che condivise le responsabilità  dei governi centristi guidati da De Gasperi. Quest'uomo ha un nome breve - Mario Scelba - che tuttora non si pronuncia senza disagio. In questo libro, attraverso la biografia dell'assai scomodo e controverso personaggio, si mette a fuoco un periodo cruciale della storia repubblicana. Scomodi e nient'affatto suggestivi sono anche gli spunti che l'analisi storica offre all'attualità  politica. Quel tempo evoca ancora incubi e passioni: il clima maccartista della "caccia ai nemici", gli arbitri polizieschi, le cariche selvagge della Celere, il sangue delle vittime sulle piazze, l'irrisione degli intellettuali, la censura, il moralismo filisteo e, dal Sud, il viatico alla mafia e all'Italia dei misteri. Epperò Scelba non produsse soltanto lo scelbismo e qui se ne ricostruisce per intero la complessa personalità  di statista, segnata da un anticomunismo di ferro, ma anche da un convinto antifascismo. Allievo prediletto di don Sturzo, fu un fiero avversario della partitocrazia, dello statalismo e della corruzione di regime. Gli avversari del suo stesso partito ne temettero il ruolo di oppositore interno, il quasi ostentato impegno profetico da Cassandra delle degenerazioni democristiane, quelle stesse che sono all'origine dell'ingloriosa fine della "repubblica dei partiti". Giuseppe Carlo Marino (1939), docente di Storia contemporanea nell'Università  di Palermo, è autore di numerosi libri sulla storia del potere e della società  in Italia, tra i quali ricordiamo: La formazione dello spirito borghese in Italia (Firenze, 1974); Partiti e lotta di classe in Sicilia (Bari, 1976); Storia del separatismo siciliano (Roma, 1979); L'autarchia della cultura (Roma, 1983); L'Opposizione mafiosa (ll ed. Palermo, 1987); Autoritratto del Pci staliniano (Roma, 1991); Guerra fredda e conflitto sociale in Italia (Caltanissetta-Roma, 1991).

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9.
€ 50,00
EAN-13: 9788820422110
Luca Covino
Governare il feudo. Quadri territoriali, amministrazione, giustizia Calabria Citra (1650-1800)
Edizione:Franco Angeli, 2013
Collana:Storia politica e diplomatica

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DescrizioneIl tema del governo del feudo moderno nel Mezzogiorno è stato poco indagato nei suoi risvolti concreti. Il volume, diviso in due parti, ricostruisce nella prima i quadri ambientali, la geografia feudale, i redditi dei signori di Calabria Citra tra il 1650 e il 1800. Nella seconda, a partire dalle vicende di alcune famiglie nobili della provincia: Serra, Firrao, Pignatelli, esamina le relazioni tra baroni e vassalli, le scelte economico-amministrative, l'esercizio della giustizia negli stati feudali. È così possibile sfumare, almeno per i casi considerati, il tradizionale giudizio storiografico sull'assenteismo e l'inerzia del baronaggio. Attraverso l'uso di una documentazione inedita emerge la fisionomia di un ceto che tra capitale e provincia non rinuncia, ancora nel Settecento, alla difesa delle proprie prerogative. La narrazione, con un approccio microstorico, consente di cogliere la dimensione territoriale del governo del feudo andando oltre gli assunti della coeva letteratura giuridica, in un continuo confronto tra aspirazioni e progetti dei titolari di giurisdizione ed effettive pratiche di governo locale. Luca Covino è docente di ruolo nei Licei e dottore di ricerca in Storia. Ha collaborato con il Dipartimento di Discipline Storiche dell'Università  di Napoli "Federico II" e attualmente con la cattedra di Storia moderna presso l'IUO - Napoli. Si occupa di temi di storia del Mezzogiorno. Ha pubblicato diversi contributi sulla nobiltà  in età  moderna e il volume I baroni del "buon governo". Istruzioni della nobiltà  feudale nel Mezzogiorno moderno, Napoli 2004.

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10.
€ 32,00
EAN-13: 9788820421892
Umberto Tulli
Tra diritti umani e distensione. L'amministrazione Carter e il dissenso in Urss
Edizione:Franco Angeli, 2013
Collana:Storia politica e diplomatica

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DescrizioneIl presidente Carter non definì mai una politica specifica per i dissidenti sovietici. Eppure, questi si ritrovarono al centro della sua azione diplomatica. Questa prominenza dipendeva dagli impegni assunti in campagna elettorale, dall'attenzione del pubblico americano e del Congresso verso la questione dei diritti umani in Urss, e soprattutto dal fatto che, sul problema dei dissidenti, si intrecciavano le due principali iniziative della Casa Bianca: la politica dei diritti umani e quella di distensione. Per Carter, la campagna per i diritti umani e il dialogo bipolare non erano in antitesi, bensì complementari e interdipendenti. Da una parte, infatti, la critica rivolta ai sovietici per le violazioni dei diritti umani avrebbe permesso alla Casa Bianca di legittimare la distensione e la politica per il controllo degli armamenti agli occhi dei tanti critici conservatori che denunciavano la distensione come una nuova forma di appeasement. Dall'altra, la distensione fu immaginata come la cornice necessaria per il reale avanzamento dei diritti umani in Unione Sovietica: senza il dialogo bipolare, gli Stati Uniti non avrebbero potuto fare nulla per favorire la diffusione delle libertà  fondamentali in Urss. Proprio per questo, Carter sembrò seguire una strategia all'insegna della fermezza e dell'open diplomacy nei confronti delle violazioni sovietiche. Tale scelta, però, trovò presto la condanna da parte dell'Urss, spingendo il Presidente a rivedere la propria politica e a fronteggiare nuove critiche all'interno degli Stati Uniti. Umberto Tulli svolge attività  di ricerca presso la facoltà  di Scienze Politiche "Roberto Ruffilli" dell'Università  degli Studi di Bologna (sede di Forlì). Ha conseguito il titolo di Dottore di Ricerca nel 2011 presso l'Istituto Italiano di Scienze Umane (Napoli).

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11.
€ 22,00
EAN-13: 9788820429928
Federica Onelli
All'alba del neoatlantismo. La politica egiziana dell'Italia (1951-1956)
Edizione:Franco Angeli, 2013
Collana:Storia politica e diplomatica

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DescrizioneIl neoatlantismo è uno dei temi che più ha interessato la recente storiografia sulla politica estera italiana nei decenni successivi alla seconda guerra mondiale. Nel contesto del confronto fra i blocchi il nostro paese era stato chiamato a far parte dell'alleanza atlantica sin dal 1949: si poteva semplicemente lasciare la politica estera nazionale nella scia di quella tracciata dai vertici dello schieramento occidentale o, in alternativa, tentare di seguire dei percorsi più articolati, assumendo all'occorrenza delle posizioni eterodosse rispetto alla dottrina atlantica e facendo ciò non solo per andare incontro a particolari interessi dell'Italia ma anche per tentare di correggere alcuni aspetti della strategia diplomatica della propria coalizione che venivano giudicati non convenienti. Questo lavoro si propone di scoprire per la prima volta le radici profonde del neoatlantismo concentrandosi sull'analisi dello sviluppo dei rapporti tra Italia ed Egitto a partire dalla prima metà  degli anni Cinquanta sino alla conclusione della crisi di Suez. Il Cairo è stato e continua ad essere un imprescindibile punto di riferimento per l'impostazione e l'implementazione della politica araba, mediorientale ed africana di qualunque governo interessato ad intervenire in quei delicati settori della scena internazionale. Risulta di conseguenza evidente la necessità  di inquadrare in maniera approfondita, nella sua complessità  e nel quadro della diplomazia dell'amicizia, il tema delle relazioni italo-egiziane per poter valutare l'approccio di Roma alle questioni arabe e mediorientali e il rapporto tra quest'approccio e gli orientamenti dei partner maggiori dell'alleanza atlantica. Federica Onelli è dottore di Ricerca in Storia delle relazioni internazionali (Università  la Sapienza di Roma) e presta servizio in qualità  di funzionario archivista di Stato presso l'Archivio storico-diplomatico del Ministero degli affari esteri. Ha condotto approfondite ricerche sulla politica mediterranea, pubblicando per i nostri tipi ampi e documentati saggi quali L'Italia e la crisi di Suez del luglio 1956; potenzialità  e limiti del neoatlantismo (Milano 2008) e Storia di un complicato vertice italo-egiziano. Due anni di inviti e di rinvii (1956-1958); L'ora di Amintore Fanfani. La missione al Cairo e l'incontro con Nasser (1959) (Milano 2012).

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12.
€ 16,00
EAN-13: 9788820429096
Istituto romano per la storia d'Italia dal fascismo alla Resistenza
Uguaglianza/differenze. Riflessioni per Anna Rossi-Doria. L'Annale Irsifar
Edizione:Franco Angeli, 2013
Collana:Storia politica e diplomatica

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DescrizioneQuesto numero dell'Annale Irsifar intende rendere omaggio a Anna Rossi-Doria, che ha dedicato molta parte del suo lavoro all'Istituto romano, al quale collabora fin dall'inizio degli anni Settanta. Si è scelto di prendere spunto dall'incontro organizzato in suo onore presso l'Università  di Roma Tor Vergata, il 5 dicembre 2008: altri interventi si sono aggiunti nel frattempo, testimonianza incompleta dei molti legami e amicizie che hanno accompagnato il suo percorso nell'insegnamento, nella ricerca scientifica e nella militanza femminista. Dagli scritti raccolti in questo volume emerge tutta la ricchezza dei suoi studi, come pure la sua costante attenzione alla dimensione della politica e della responsabilità  nel mestiere di storica. Le ricerche sulla storia delle donne, sul tema della cittadinanza, sull'universalità  dei diritti sono al centro del suo lavoro scientifico come della sua militanza in diversi luoghi e associazioni: un patrimonio di esperienze e di elaborazioni che hanno molto arricchito gli studi femministi in Italia. L'altro e connesso filone di ricerche e di riflessioni è quello sulla Shoah e sull'antisemitismo, sul buon uso della memoria, su deportazione e responsabilità . Entrambi costituiscono dei nodi cruciali del suo percorso di ricerca e, soprattutto, del suo impegno privato e pubblico nel nostro paese, per la consapevolezza storica contro ogni forma di oblio.

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13.
€ 23,00
EAN-13: 9788856831818
Maria Luisa Cicalese
Categorie politiche. Profili storici
Edizione:Franco Angeli, 2013
Collana:Storia politica e diplomatica

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Prezzo di acquisto€ 23,00
DescrizioneLa storia delle categorie politiche tra età  moderna e contemporanea mostra un percorso che non è giunto a concetti definitivi, ma resta aperto e caratterizzato da mutevoli e discussi connotati, nonostante la maturazione, da fine Settecento ai nostri giorni, proveniente dalle pagine di grandi pensatori, spesso aperti ai concreti sistemi politici dei loro tempi nei Paesi in cui vivevano o che avevano voluto conoscere. Certamente la vicenda delle categorie coinvolge studiosi con metodi diversi, dai filosofi agli storici ai giuristi, ma impegna più direttamente gli storici delle dottrine politiche. Questi ultimi, in un recente incontro di studio, hanno scelto di discutere su alcune categorie fondamentali (libertà , democrazia, uguaglianza, sovranità , dittatura, rappresentanza, federazione, populismo, reazione), a volte fermandosi su specifici contesti, e hanno elaborato i saggi in maniera scorrevole, sintetica, ma attenta alla disamina teorica e nel contempo alla prospettiva storica ineludibile, giacché solo nella storia l'umanità  avverte e vive le idee politiche nella loro dialettica e nelle loro realizzazioni concrete. Hanno tutti mirato a far emergere idee e concetti fondamentali, che storicamente si sono affermati arrivando ai nostri tempi, onde fornire al lettore le chiavi di volta per accedere senza settarismi a riflessioni e prassi ancora presenti nel dibattito politico odierno. Maria Luisa Cicalese è professore ordinario di Storia delle dottrine politiche all'Università  degli Studi di Milano, dove insegna anche Storia delle categorie politiche e Teoria e storia della storiografia. Ha pubblicato recentemente La luce della storia. Gioacchino Volpe a Milano tra religione e politica (FrancoAngeli 2001), Nei labirinti di Giovanni Gentile. Bagliori e faville (FrancoAngeli 2004) e L'impegno di un liberale. Guido De Ruggiero tra filosofia e politica (Le Monnier 2006).

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14.
€ 28,00
EAN-13: 9788820450359
Alberto Burgio
Identità  del male. La costruzione della violenza perfetta
Edizione:Franco Angeli, 2013
Collana:Storia politica e diplomatica

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DescrizioneCom'è possibile che popoli colti e progrediti possano scivolare nelle peggiori barbarie della storia? Come spiegare la convivenza e la connivenza con dittature e genocidi? Esiste un modo per comprendere la realtà  del male e della violenza? E quali sono gli ingranaggi invisibili che fanno funzionare la macchina dello sterminio? Il volume attraversa queste e altre domande. Filosofi, storici, antropologi, psicoanalisti, psicologi sociali, sociologi e giuristi riflettono sulla natura del male e della violenza, con particolare riferimento alla Germania nazista. Tra coerenza interna delle singole discipline, interazioni e contrapposizioni di apparati concettuali diversi, questo confronto in gruppo - che proseguirà  in futuro - interroga l'azione umana sul piano della responsabilità , del consenso, della partecipazione di massa attiva e passiva in contesti di atrocità  collettive. Alberto Burgio insegna Storia della filosofia all'Università  di Bologna. Tra i suoi volumi: Per Gramsci: crisi e potenza del moderno (DeriveApprodi, 2007); Senza democrazia: un'analisi della crisi (DeriveApprodi, 2009); Nonostante Auschwitz. Il "ritorno" del razzismo in Europa (DeriveApprodi, 2010); Rousseau e gli altri. Teoria e critica della democrazia tra Sette e Novecento (DeriveApprodi, 2012); in collaborazione con Gianluca Gabrielli, Il razzismo (Ediesse, 2012). Adriano Zamperini insegna Psicologia della violenza, Relazioni interpersonali e Psicologia del disagio sociale all'Università  di Padova. Tra i suoi volumi: Psicologia dell'inerzia e della solidarietà . Lo spettatore di fronte alle atrocità  collettive (Einaudi, 2001); Prigioni della mente (Einaudi, 2004); L'indifferenza (Einaudi, 2007); L'ostracismo (Einaudi, 2010); in collaborazione con Marialuisa Menegatto, Cittadinanza ferita e trauma psicopolitico (Liguori, 2011).

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15.
€ 29,00
EAN-13: 9788820448134
Costantino Cipolla
Il sogno di Garibaldi. Oltre Terracina, contro i Borboni
Edizione:Franco Angeli, 2013
Collana:Storia politica e diplomatica

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DescrizioneUn libro nasce per tante ragioni. A volte deriva dal caso e dall'amicizia spontanea che un treno fermo, per un guasto in mezzo alla campagna, può favorire e produrre. Le occasioni della vita e nella vita sono importanti e spesso creative. Esse si possono tradurre in molte dimensioni, cose, emozioni. Questo volume nasce come 'un atto d'amore': amore per la storia del Risorgimento italiano, amore per l'arte e, nel caso specifico, per l'opera Terracina di Carlo Bossoli, pittore tanto famoso in vita quanto quasi ingiustamente dimenticato da morto, amore infine per la Terracina vera e propria, con il suo paesaggio, i suoi forti contrasti, il suo mare e il suo clima. Nei suoi vari contributi, il testo approfondisce quindi la riflessione storiografica su Garibaldi, sul suo "sogno" di liberare Napoli nel 1849 e su quello, ben più impegnativo, di liberare Roma. Nel contempo, contestualizza l'uomo e il suo sogno nella realtà  ambientale, economica e sociale di Terracina, fino a giungere a un'analisi attenta e affascinante della vita e dell'opera di Carlo Bossoli, artista ticinese 'viaggiatore' e cosmopolita. Egli fu un paesaggista di talento, aperto ai progressi e alle nuove tecniche pittoriche, ma soprattutto, come dimostra il suo dipinto, innamorato a sua volta di Terracina e della sua bellezza, qui fusa con il grande 'sogno' di Garibaldi. Costantino Cipolla, ordinario di Sociologia generale presso l'Università  degli Studi di Bologna, da alcuni anni si occupa di storia sociale. Tra le sue opere segnaliamo, per i nostri tipi: Don Enrico Tazzoli e il cattolicesimo sociale lombardo, 2012, in due volumi, curati rispettivamente insieme a Stefano Siliberti, e a Roberta Benedusi e Alessandro Fabbri; Don Pietro Boifava. Un patriota nel cattolicesimo sociale bresciano, curato insieme ad Antonio Fappani, 2012; Dal Mincio al Volturno. I due anni che fecero l'Italia, 2012; Dopo Belfiore. Le memorie di Attilio Mori e di Monsignor Luigi Martini (edizione di Albany Rezzaghi) e altri documenti inediti, 2010; Belfiore I. I Comitati insurrezionali del Lombardo-Veneto ed il loro processo a Mantova del 1852-1853, 20072; Belfiore II. Costituti, documenti tradotti dal tedesco ed altri materiali inediti del processo ai Comitati insurrezionali del Lombardo-Veneto (1852-1853), 2006. Sulla battaglia di Solferino nel 2009 ha curato l'opera in quattro volumi Il crinale dei crinali e, con Paolo Vanni, l'edizione critica italiana di Un Souvenir de Solférino di J. Henry Dunant.

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16.
€ 17,00
EAN-13: 9788856847536
Daniela Bifulco
Negare l'evidenza. Diritto e storia di fronte alla "menzogna di Auschwitz"
Edizione:Franco Angeli, 2012
Collana:Storia politica e diplomatica

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Descrizione"La Shoah è una menzogna storica". Metamorfosi contemporanea dell'antisemitismo, la negazione del genocidio ebraico riaffiora con ritmo carsico nel discorso pubblico, nelle aule scolastiche e universitarie, nel circuito della libera espressione del pensiero, con buona pace della dignità  delle vittime e dei superstiti di quella catastrofe. In molti ordinamenti giuridici, la reazione al negazionismo non si è fatta attendere: nel bilanciamento tra libertà  di manifestazione del pensiero e tutela della memoria storica e della dignità  umana, i legislatori hanno preferito accordare una più intensa garanzia a questi ultimi valori, qualificando come reato la manifestazione del pensiero negazionista. Ma può ritenersi legittima la pretesa del diritto di varcare la soglia della storia, fissando per legge il dovere di memoria e sanzionando chi osi "rivedere" i contenuti di quella memoria? Quali sono i confini tra negazionismo e revisionismo? È bene sottrarre la decisione circa questioni siffatte al dibattito politico e culturale per affidarla a legislatori e giudici? L'ordinamento italiano si è posto controvento rispetto all'Unione europea, ritenendo di non penalizzare il negazionismo. Dallo sfondo di tale scelta, in sé apprezzabile, emergono tuttavia incoerenze, rimozioni, fughe dalle responsabilità  storiche, richieste indirette di esoneri e, in definitiva, le difficoltà  della comunità  politica italiana di fronte al proprio passato fascista. Daniela Bifulco è professore associato di Diritto pubblico comparato presso la Seconda Università  degli Studi di Napoli e ricercatore presso l'Institut des hautes études sur la Justice di Parigi. Ha scritto di libertà  positive ( L'inviolabilità  dei diritti sociali , Jovene 2003), di giustizia e di interpretazione giuridica ( Il giudice è soggetto soltanto al "diritto" , Jovene 2008). Di A. Garapon, ha curato e tradotto Del Giudicare. Saggio sul rituale giudiziario (Cortina 2007) e Chiudere i conti con la storia. Colonizzazione, schiavitù, Shoah (Cortina, 2009).

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17.
€ 32,00
EAN-13: 9788856846706
Costantino Cipolla
Dal Mincio al Volturno. I due anni che fecero l'Italia
Edizione:Franco Angeli, 2012
Collana:Storia politica e diplomatica

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DescrizioneLo spessore temporale più adeguato per ben intendere il tema di questo volume è proprio quello della breve durata , nella quale una concentrazione più o meno voluta di accadimenti muta intrinsecamente il corso della storia. Il tempo, ne segue come senso, si ispessisce, assume valore, costa di più in sé e fuori di sé. Questo accade, in modo particolare, nei "due anni che fecero l'Italia" e cioè il nostro Risorgimento. Siamo nel 1859 e nel 1860. Quella che è passata alla storia come la seconda guerra di indipendenza è per noi il crinale dei crinali dell'unità  d'Italia (con la battaglia di Solferino e San Martino), unito alla campagna miracolosa di Garibaldi al Sud (con la battaglia delle battaglie al Volturno). Si tratta di avvenimenti unici ed irripetibili senza precedenti analoghi e senza susseguenti ad essi neanche lontanamente assimilabili. Non sempre la storia si presenta con tale possente e sconvolgente evidenza rappresentativa. Costantino Cipolla , ordinario di Sociologia generale presso l'Università  degli Studi di Bologna, da molti anni si occupa di storia del Risorgimento. Tra le sue opere segnaliamo, per i nostri tipi: Belfiore I. I Comitati insurrezionali del Lombardo-Veneto ed il loro processo a Mantova del 1852-1853 , 2006; Belfiore II. Costituti, documenti tradotti dal tedesco ed altri materiali inediti del processo ai Comitati insurrezionali del Lombardo-Veneto (1852-1853) , 2006; Dopo Belfiore. Le memorie di Attilio Mori e di Monsignor Luigi Martini (edizione di Albany Rezzaghi) e altri documenti inediti , 2009. Sulla battaglia di Solferino, nel 2009, ha curato Il crinale dei crinali. La battaglia di Solferino e San Martino ; con P. Dusi, L'altro crinale. La battaglia di Solferino e San Martino letta dal versante austriaco ; con A. Bignotti, Il crinale della vittoria. La battaglia di Solferino e San Martino vista dal versante francese ; con M. Bertaiola, Sul crinale. La battaglia di Solferino e San Martino vissuta dagli italiani . Ha anche curato, con P. Vanni, l'edizione critica italiana di Un souvenir de Solférino di J. Henry Dunant, 2009.

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18.
€ 38,00
EAN-13: 9788856848403
Davide Maffi
Tra Marte e Astrea. Giustizia e giurisdizione militare nell'Europa della prima età  moderna (secc. XVI-XVIII)
Edizione:Franco Angeli, 2012
Collana:Storia politica e diplomatica

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DescrizioneNel campo degli studi dedicati alla formazione degli apparati amministrativi-giudiziari della prima età  moderna scarsa attenzione è stata da sempre dedicata agli aspetti inerenti alla formazione di una giurisdizione militare indipendente e dei meccanismi attraverso i quali le varie forze armate del vecchio continente amministravano la giustizia al fine di mantenere l'ordine. I saggi qui raccolti cercano così di fornire alcune tracce, spunti per ulteriori ricerche e approfondimenti sul sorgere del fuero militar in alcune realtà  europee, dai territori della Monarchia spagnola all'Impero, ad alcuni degli Stati Italiani d'ancien régime, descrivendone i meccanismi di controllo del personale con le stellette, punendone le infrazioni al codice disciplinare e la salvaguardia dell'autonomia nei confronti della giustizia ordinaria. Scritti di: Alicia Esteban Estrà­ngana, Manuel Lomas Cortés, Davide Maffi, Giuseppe Vittorio Parigino, Antonio José Rodrà­guez Hernà¡ndez, Christopher Storrs, Peter Wilson Davide Maffi è ricercatore di Storia moderna presso l'Università  degli Studi di Pavia. Si è occupato dello studio dello strumento militare ispanico in età  moderna, con particolare riferimento alla Lombardia seicentesca. Tra i suoi volumi si ricordano Il baluardo della corona (Firenze 2007), La cittadella in armi (Milano 2010), Guerra y Sociedad en la Monarquà­a Hispà¡nica (con Enrique Garcà­a Hernà¡n, Madrid 2006), Italiani al servizio straniero in età  moderna (con Paola Bianchi e Enrico Stumpo, Milano 2008).

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19.
€ 33,00
EAN-13: 9788856847048
Giuliana Laschi
Memoria d'Europa. Riflessioni su dittature, autoritarismo, bonapartismo e svolte democratiche
Edizione:Franco Angeli, 2012
Collana:Storia politica e diplomatica

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DescrizionePossiamo trovare traccia, nella costruzione europea, di una risposta forte a un passato che ha prodotto efferatezze terribili nel nostro continente e poi in tutto il mondo? È per rispondere a questa domanda e per comprendere i nessi tra la tragica memoria delle due guerre mondiali, della Shoah e delle dittature e la nascita del processo di integrazione europea che un gruppo di studiosi ha riflettuto intorno alla memoria d'Europa. Ciascuno di essi ha tentato di analizzare in profondità  un tema, talvolta legato al proprio Paese d'origine: la Francia di Vichy e di De Gaulle, la Grecia dei colonnelli, l'Italia fascista, il Portogallo di Salazar, la Romania e la Polonia comuniste. Non tanto per spiegare il fenomeno in sé, quanto per collegarlo alla storia e agli sviluppi della formazione della Comunità  europea e al suo complesso processo di integrazione. Gli elementi che emergono vanno così a ricomporre parti essenziali della memoria del nostro continente. Il volume non presenta, quindi, testi di ricerca, ma analisi e riflessioni il cui intento, anche di natura didattica, è di oltrepassare i confini nazionali per tessere una storia comune, avvalendosi in Appendice di documenti che "parlano" direttamente al lettore, conducendolo per mano nella profondità  delle argomentazioni, aiutandolo a storicizzare e a rendere più esplicito ciò che è avvenuto, e che non sempre è passato. Giuliana Laschi è docente di Storia delle Relazioni internazionali e Cattedra Jean Monnet ad personam di Storia dell'Integrazione europea, nella Facoltà  «Roberto Ruffilli» dell'Università  di Bologna, sede di Forlì.
20.
€ 28,00
EAN-13: 9788856836929
Giuseppe Conti
Fare gli italiani. Esercito permanente e "nazione armata" nell'Italia liberale
Edizione:Franco Angeli, 2012
Collana:Storia politica e diplomatica

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DescrizioneL'esercito italiano, sorto all'indomani della nascita del Regno d'Italia, per oltre cinquant'anni dovette difendersi dalle accuse di essere uno strumento dinastico, inadatto a uno Stato liberale. Democratici e socialisti proponevano come alternativa la "nazione armata", organizzazione militare esclusivamente difensiva, basata sull'adesione volontaria del popolo. Il dibattito si fece più acceso dopo l'adozione, avvenuta negli anni Settanta, del modello prussiano, presentato dai suoi sostenitori come la vera "nazione armata" e come "scuola della nazione", alla quale era affidato il compito di fornire un'educazione nazional-militare alle migliaia di reclute che ogni anno affluivano ai reparti e di contribuire a formare il carattere degli italiani. A cavallo fra gli anni Ottanta e Novanta si ebbe un vero e proprio salto di qualità  sotto l'aspetto pedagogico, con l'esperimento di militarizzazione di alcuni convitti nazionali, messo in atto dai ministeri della Guerra e della Pubblica istruzione, che segnò "l'uscita" degli ufficiali dalle caserme e provocò la reazione degli ambienti politici della sinistra e di settori liberali, tutti favorevoli a un'educazione marziale della gioventù, ma preoccupati per l'invasione della società  civile da parte dell'elemento militare. L'ultimo decennio del XIX secolo fu caratterizzato da un montante antimilitarismo, destinato a durare a lungo, alimentato dalla vicenda di Adua e dall'aggravarsi della situazione politica interna (stati d'assedio, fatti di Milano ecc.); il clima del momento è rappresentato emblematicamente dalla durissima reazione della stampa militare a seguito della pubblicazione del volume di Guglielmo Ferrero, Il Militarismo (1898) e dal serrato dibattito che ne seguì. Gli anni dell'età  giolittiana videro il mondo militare in preda a un profondo travaglio culturale. Gli ufficiali italiani, anche in relazione agli eventi politici e militari internazionali sempre più allarmanti, non solo rinunciarono a ogni velleità  di sostituirsi alle istituzioni civili preposte all'istruzione e all'educazione, ma ripensarono la stessa definizione di "scuola della nazione" attribuita all'esercito, che doveva tornare a dedicarsi ai compiti che gli erano propri e che i lunghi decenni di pace avevano fatto cadere nell'oblio: formare gli uomini per la guerra. Giuseppe Conti insegna Storia contemporanea e Storia militare presso la Facoltà  di Scienze politiche, Sociologia, Comunicazione della "Sapienza", Università  di Roma. È autore di numerosi saggi sulla storia delle forze armate nel Regno d'Italia e dei volumi Il Primo Raggruppamento Motorizzato, Ufficio Storico Sme, Roma, 1984 e Una guerra segreta. Il Sim nel secondo conflitto mondiale, Il Mulino, Bologna, 2009.

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Pagine 123



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